Consigli pratici su come educare i bambini all’Ascolto e all’Attenzione.
Trucchi e consigli ai genitori per potenziare le capacità di concentrazione dei propri figli anche ai fini di un migliore andamento scolastico. Perché un bambino attento impara meglio e più velocemente.
Educare all’ascolto e all’attenzione i bimbi della scuola materna:
Spegnere la televisione, o quantomeno farne un uso il più limitato possibile se proprio non si riesce ad escluderla dalla vita dei piccoli;
Assicurare al bambino la giusta parte di sonno notturno ed eventualmente pomeridiano, rispettando le esigenze di ogni bambino (che sono assai variabili da uno all’altro);
Evitare di rispondere immediatamente alle richieste dei piccoli, ma insegnare loro, invece, ad aspettare, a tollerare l’attesa; se non si è in grado di aspettare, non si riesce a mantenere l’attenzione focalizzata su qualcosa;
Proporre ai bimbi un giocattolo alla volta e quando il bambino si stufa, evitare di dargliene subito un altro in alternativa, ma lasciargli il primo in modo da permettergli di sperimentarne tutti gli usi possibili. Fare in modo, in sostanza, che sia lui stesso a scoprire o inventare altri utilizzi del medesimo giocattolo. Una stanza piena di giocattoli porta il piccolo a passare in continuazione da un tipo di stimolo all’altro, senza esplorare a fondo le cose della realtà che lo circonda. Meglio far ruotare i giochi del bambino, metterne via alcuni e tirarli fuori solo quando si sono messi via altri con cui giocava fino a poco prima;
Favorire le attività a forte connotazione ritmica, come la musica, la danza (anche fatta solo per gioco), o il camminare in fila segnando il passo. Il fattore “ritmo” conferisce regolarità all’organizzazione mentale.
Educare all’ascolto i bambini delle scuole elementari:
Evitare l’uso eccessivo di giochi elettronici, che sono tarati su tempi velocissimi e abituano a scenari in continua evoluzione. Meglio che i bimbi trascorrano il proprio tempo giocando insieme ai coetanei, facendo attività fisica, studiando o seguendo dei corsi, ma anche non facendo niente (semplicemente oziando);
Abituarli all’ordine nello spazio fisico, per esempio a riconoscere il valore simbolico degli spazi (“Qui è lo spazio dei genitori, qui è lo spazio tuo, qui c’è un confine; in casa si può parlare ad alta voce, sulle scale e nei negozi non si può gridare”, ecc.);
Incoraggiare all’apprendimento di poesie a memoria; per imparare a memoria occorre focalizzare l’attenzione;
Favorire giochi che insegnano l’attesa, l’immobilità, la concentrazione (gli scacchi sarebbero l’ideale);
Trovare il modo di farsi spiegare le cose (non semplicemente ripetere) che sono state insegnate, quasi invertendo i ruoli (il modo migliore per imparare qualcosa è insegnarla), o chiedere ai bambini di insegnare o ripetere gli argomenti ai fratellini più piccoli o ai nonni.
Consigli generali, validi per tutti i bambini
Fare in modo che i bambini trascorrano del tempo con i nonni, perché le persone anziane hanno ritmi più lenti, in genere non sono ossessionate dalla frenesia di dover stare dietro a mille impegni, e possono essere “più presenti” senza sentire la necessità di affidare i piccoli alla televisione;
Avviare allo studio di uno strumento musicale o al canto corale, che permettono di acquisire una “disciplina del tempo” e affinano l’orologio interno che regola tutte le funzioni psichiche, compresa l’attenzione;
Chiedere ai bambini di raccontare quello che è successo, quello che hanno fatto, le cose che hanno visto a scuola. Raccontare è un modo per imparare a mantenere l’attenzione su un filo logico;
Incoraggiare alle arti figurative, al disegno, all’uso dei colori, alla composizione di mosaici con tessere di carta o chicchi di riso, all’uso del collage;
Se si vuole tener desta l’attenzione occorre puntare sulle storie e sulle narrazioni; qualsiasi materia esposta in forma narrativa viene ascoltata e ricordata meglio;
Prevedere pause durante le lezioni o lo studio ogni 45 minuti; insistere quando i bambini sono stanchi è controproducente;
Quando possibile, creare un clima di sana competizione, per esempio dividendo la classe in squadre e premiando i vincitori di una gara incentrata sulla materia in questione;
In aula, ricordarsi di collegare il più spesso possibile ciò di cui si parla, a situazioni che riguardano o interessano direttamente l’età degli scolari; l’attenzione dei bambini si accende quando si parla del loro mondo, di un loro coetaneo, di un coetaneo che loro conoscono, di loro stessi;
Gli insegnanti che puntano molto sulla relazione, prima che sul contenuto di ciò che insegnano, guadagnano in efficacia e in efficienza. L’umorismo è un ottimo sistema per tenere alta l’attenzione;
Evitare gli ordini in negativo come “non distraetevi”, “non dormite”, “non dovete pensare alla partita”, perché spesso ottengono l’effetto opposto.
Matteo Rampin, psichiatra e psicoterapeuta, autore del libro Come non farsi bocciare a scuola (Salani Editore)Consigli pratici.