Genitorialità ed Emozioni

GENITORIALITÀ ED ❤️EMOZIONI.

Genitorialità ed emozioni cosa fare

Come reagisci all’ennesimo dispetto del tuo bimbo?

Quando i bambini non ascoltano il genitore è abituato a reagire con rabbia, privandoli dell’attenzione e dell’amore, riversando su di loro l’incapacità nel gestire un’emozione, obbligandoli a chiedere scusa senza davvero comprenderne il motivo.

E se invece i genitori si allenassero ad accogliere le emozioni dei figli, a dar loro un nome, ad accogliere i loro momenti “no”, a far sentire la presenza amorevole dell’adulto proprio nel momento in cui danno il peggio di loro? 

Perchè?

Per non farli abituare a preoccuparsi delle emozioni altrui, per non mettere l’opinione altrui al primo posto… per farli sentire amati, capiti, per stringere una fiducia che va oltre al compiacimento, per insegnare loro che ogni emozione è degna di essere provata.

COME COMPRENDERE LE NOSTRE EMOZIONI FAVORISCE LO SVILUPPO DEI NOSTRI BAMBINI.

Le emozioni costituiscono un aspetto fondamentale della vita dell’uomo e consentono di classificare e valutare le esperienze. Tutti noi, grazie ai nostri vissuti, sappiamo in cosa consiste un’emozione, ma nel momento in cui si cerca di darne una definizione questo si rivela essere molto complesso

LE EMOZIONI: COSA SONO?

l’emozione è intesa come esperienza che produce sentimenti o affetti (“mi sento felice”),

presenta delle modificazioni fisiologiche nel corpo in risposta a determinati stimoli (es. aumento del battito cardiaco),

è dotata di correlati cognitivi: i pensieri,

ha risvolti sul piano del comportamento. 

Il nostro cervello è diviso in due emisferi, ciascuno con caratteristiche particolari. Quando una persona vive un uno stato di integrazione fra i suoi due emisferi, cioè fra la parte logica e razionale e la parte emotiva, si trova in uno stato di salute e benessere mentale.

I bambini spesso non riescono ad integrare autonomamente i due emisferi e quindi si trovano in balia o di emozioni che non riescono a gestire e riconoscere o di pensieri talmente intrusivi che non gli permettono di sentire le loro emozioni.

COME ENTRARE IN CONTATTO CON LE EMOZIONI DEI NOSTRI FIGLI?

1)ENTRARE IN SINTONIA: CAVALCARE LE ONDE DELLE EMOZIONI E RINCANALARE I PENSIERI

Quando un bambino è in preda ad un’emozione molto intensa è spesso inutile parlare e «cercare di spiegare». Occorre avvicinarsi emotivamente e comprendere le emozioni che sta esprimendo anche se vengono considerate esagerate. Solo dopo aver ascoltato le emozioni si può parlare all’emisfero sinistro e cercare insieme delle soluzioni.

2) NOMINARE PER DOMINARE: CALMARE LE EMOZIONI INTENSE LEGATE AD UN EVENTO RACCONTANDO LA STORIA DELL’ACCADUTO

Di fronte a situazioni spiacevoli o traumatiche si è portati a pensare che dimenticare sia la soluzione migliore. Spesso però nel tempo riemergono contenuti angoscianti legati ad eventi che consideravamo ormai passati. Raccontare l’evento traumatico nominando le emozioni dolorose associate e mostrando che le emozioni non sono qualcosa da cui sfuggire ma sono comuni a tutti, aiuterà i nostri figli ad affrontare situazioni difficili con strategie più adeguate.

ANCORA QUALCOSA DA SAPERE SU EMOZIONI E CERVELLO

Con gli altri mammiferi noi condividiamo la struttura del cervello inferiore che è la sede dei circuiti di tutte le emozioni più primitive ed istintuali. Anche il circuito della rabbia si trova lì e tutti noi, nessuno escluso, ne possediamo uno. Una delle strutture anatomiche più importanti nel circuito della rabbia è l’amigdala, che si attiva quando intorno a noi percepiamo una minaccia alla nostra integrità fisica o psicologica.

LA CRISI DI COLLERA

Quando una crisi di collera coinvolge il piano di sopra del cervello, è il bambino a decidere di perdere il controllo. Consapevolmente sceglie di reagire in modo esagerato finché non otterrà quello che vuole

CHE FARE?

Se si riconosce una crisi di questo tipo è necessario rimanere fermi e non lasciarsi manipolare. 

Quando una crisi di collera interessa il piano di sotto del cervello il bambino si agita a tal punto di essere incapace di porre fine a tale crisi, non riuscite a distrarlo e farlo smettere.

CHE FARE?

In questo caso è necessario avere un atteggiamento più amorevole e consolatorio, stabilire un contatto emotivo e aiutare il bambino a calmarsi (contenimento).

COME FAR INTEGRARE LA PARTE SUPERIORE DEL CERVELLO CON LA PARTE INFERIORE:

1)ATTIVARE SENZA INFIAMMARE: COINVOLGERE LA PARTE SUPERIORE DEL CERVELLO.

Quando ci troviamo di fronte ad una reazione rabbiosa dei nostri figli di fronte, per esempio, ad un divieto nostro o del coniuge è importante ricordarsi che per fare appello alla parte superiore del cervello dobbiamo innanzitutto riconoscere le loro emozioni, in seguito può essere utile proporre di «cercare una soluzione insieme» cosicché il bambino si alleni a trovare soluzioni e a prendere decisioni.

2) USARLA PER NON PERDERLA: ALLENARE LA PARTE SUPERIORE DEL CERVELLO.

La parte superiore del cervello è come un muscolo: usandola, si sviluppa e funziona meglio.

✔ La capacità di decidere con giudizio: spesso si tende a decidere per i propri figli affinché facciano sempre la cosa giusta. Invece è importante dare ai bambini ogni volta che è possibile l’opportunità di esercitarsi a prendere decisioni.

✔ La capacità di controllare le emozioni ed il corpo: aiutarli ad esprimere le loro emozioni e, dopo, parlare di cosa hanno provato e di come l’hanno espresso.

✔ Comprensione di sé: porre domande che aiutino ad andare in profondità rispetto a ciò che conoscono.

✔ Empatia: porre domande che incoraggiano i bambini a considerare i sentimenti di un’altra persona.

✔ Moralità: tutte le qualità sopra descritte contribuiscono a creare nel bambino un saldo senso morale. È utile cercare di stimolare i bambini a valutare il proprio modo di agire e considerare le implicazioni delle proprie decisioni.

Ricordiamoci che: l’esempio che diamo è il migliore insegnamento!

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